Una lunga e caratteristica formazione rocciosa: il Monte Pietralunga, 2731 m, salita con percorso ad anello per il Colletto della Battagliola e poi per il Colle del Bondormir. La montagna si eleva in direzione sud-nord tagliando la linea di cresta che separa la Val Varaita di Bellino da quella di Chianale. L’escursione può essere normalmente fatta anche nel periodo tardo primaverile poiché per l’esposizione si riduce il manto nevoso, come è capitato a noi.
Un consiglio: per conoscere di più le terre del Monviso visitate il sito Terres Monviso. (Terres Monviso è una fattiva realtà di collaborazione, a cavallo tra Italia e Francia, tra soggetti diversi uniti dalla comune cultura occitana. Un bel territorio che ha ottenuto il riconoscimento dall’UNESCO come Riserva della Biosfera del Monviso).
Accesso
Si risale la Val Varaita e dopo l’abitato di Casteldelfino si svolta a sinistra imboccando il Vallone di Bellino. Si procede fino a Mas del Bernard, dopo Ribiera, si gira a destra (sul lato opposto della strada si va a Borgata Chiesa) e per strada stretta e molto breve si raggiunge un piccolo parcheggio, dove si lascia l’auto.
Itinerario al Colle della Battagliola
Da lì si attraversa un ponte sulla destra e dopo poco nel piccolo abitato di Mas del Bernard si vedono le indicazioni segnaletiche del GTA U63, si svolta a sinistra tra le case.
In breve si è sul sentiero che sale in modo ripido, più avanti nel percorso si incontrano le Grange dell’Alp poste a 1702 m;
dall’abitato bella veduta del Pelvo d’Elva posto sul versante orografico destro della Val Varaita di Bellino.
Quindi si continua fino a raggiungere le Grange Espeireà, 1854 m, e dopo poco si incrocia la mulattiera U33 che arriva da Pleyne.
Sulla carrareccia si continua verso il Colle della Battagliola, nell’ampia conca, terreno di pascolo.
Nella parte alta noi abbiamo tagliato per tracce accorciando il percorso, altrimenti tenete la strada che poi si restringe e taglia in diagonale verso l’alta valle e diventa praticamente sentiero. Nel nostro caso, poi ci siamo ricongiunti e su traccia siamo arrivati al Colletto della Battagliola, posto a 2282 m. Dal colletto si apre il panorama sul Vallone di Chianale.
Tra le nubi il Monviso, scoperti a sinistra il Visolotto e la Punta Gastaldi.
Nota storica
Il nome Battagliola fa pensare ad eventi bellici. La zona fu teatro di scontri tra le truppe piemontesi (del Regno di Sardegna) da una parte e quelle invasori, franco-spagnole, dall’altra. Dopo una prima invasione del 1743, finita male per i franco-spagnoli, gli stessi il 16 luglio del 1744 scesero dai Colli del Maurin e del Longet e i primi scontri si tennero a Sant’Anna di Bellino. Inizialmente cinquecento piemontesi riuscirono a fermare l’avanzata nemica, ma poi vennero travolti. Quindi migliaia di uomini presero la via verso il Colle del Bondormir per attaccare di sorpresa le ridotte piemontesi che erano nella zona della cresta della Battagliola. Con l’aiuto di un valligiano passarono Pietralunga e, attraverso la strettoia detta “pas del ciat”, attaccarono le truppe piemontesi. La cruenta battaglia terminò un’ora prima della notte del 19 luglio 1744, con grandi perdite su entrambi i fronti. La battaglia viene ricordata come la “battaglia di Pietralunga”.
Itinerario al Monte Pietralunga
Dal colle si va a sinistra verso l’alto Vallone di Bellino, si prosegue inizialmente appena al di sotto del filo di cresta, poi in cresta, sul percorso ci sono degli ometti. (Vista la presenza di neve talvolta siamo stati più bassi). Si prosegue verso la parte alta della bastionata rocciosa, con tragitto che si fa via via più ripido.
Quindi si raggiunge lo sperone roccioso dello spigolo est e lì ha inizio il Pas del Ciat (che in piemontese vuol dire passo del gatto).

All’attacco del Pas del Ciat
All’attacco il punto più impegnativo per la maggiore esposizione. Per il disgregamento della roccia ci sono degli sfasciumi, i passaggi possono essere classificati di primo superiore. Dopo poco si raggiunge una corda fissa che è stata lì posizionata ed è molto utile, in particolare nel nostro caso per terreno bagnato e neve. (Attenzione in due punti, più in alto, la corda è leggermente sfibrata). Si raggiunge il canalone lato nord-est,
si sale per piccoli salti di roccia, quindi si arriva ad uno spuntone roccioso che si supera più agevolmente sulla sinistra, con un tratto di arrampicata (I+). Poi si esce sulla sella che si allarga, si va a sinistra
e in breve si esce sulla dorsale erbosa in prossimità della sommità del Monte Pietralunga, che si raggiunge seguendo la cresta via via più piatta verso destra.
In cima
Si vede sopra la costiera la sommità del Roc della Niera.
Belle aperture sul Mongioia, sulla Punta di Fiutrusa e Monte Ferra.
Ritorno
Dalla cima si segue la traccia che con un lungo traverso, normalmente poco sotto il filo di cresta, volge verso ovest fino al Colle del Bondormir, a quota 2651 m.
In prossimità del colle si inizia a scendere a sinistra su una traccia di sentiero non sempre evidente all’inizio, U23.
Mentre si scende si ha una bella vista sulla costiera della Rocca la Marchisa, della Cima Sebolet e del Monte Faraut.
La traccia percorre una ripida schiena erbosa, toccando la grangia Recubre, poi un’altra (su vecchie carte chiamata Grangetto) con belle aperture sulla costiera orografica destra del Vallone di Bellino.
Si continua a scendere ripidamente nel vallone per passare di fianco ad una cresta rocciosa (a destra) per arrivare infine vicino alla Borgata Celle di Bellino. Si supera un piccolo rio e poi il sentiero prosegue a sinistra sotto la borgata, noi siamo passati, dopo breve salita e discesa ai margini del prato, nel bellissimo abitato. Ci sono alcune storiche case affrescate, e una fontana!
Da qui scendendo lungo la strada asfaltata per un buon tratto e con un’ultima breve risalita si raggiunge il punto di partenza a Mas del Bernard.
Materiali: normale dotazione escursionistica (se si vuole portare il casco per il tratto di arrampicata, pesa poco ed è una sicurezza in più).