La cima più alta della catena che dal Colle di Vessona va in direzione ovest-sud-ovest: il Monte Faroma. La salita da Lignan nella Valle di Saint-Barthélemy è abbastanza lunga e richiede attenzione nella parte terminale alpinistica su roccia. La cima principale è posta tra due anticime e il panorama è grandioso.

Monte Faroma
Accesso
Da Nus si percorre il vallone di Saint-Barthélemy fino all’abitato di Lignan e nella piazza con la bella chiesa si parcheggia.
Subito lo sguardo è attratto dalla Punta Tersiva.
Itinerario
Dal parcheggio di Lignan si imbocca la strada che conduce ai villaggi di Venoz, Larset e Porliod passando di fianco all’Osservatorio.
Appena si supera l’Osservatorio astronomico c’è una palina e ci si volge subito a sinistra seguendo il n. 10, si passa di fianco al parcheggio dell’Osservatorio e si vede bene la meta dell’escursione.
Si segue una carrareccia che entra nel bosco e costeggia il Ru de Saint-Barthélemy in direzione nord-ovest con leggera pendenza.
Quindi si arriva ad una vasca di raccolta acque e si attraversa il torrente. Successivamente si svolta a destra e si sale in direzione sud-est su strada sterrata larga. Si tralascia una deviazione a sinistra e si continua diritto.
Dopo poco si ritrova più avanti il torrente. Si può proseguire per la sterrata che passa dall’alpeggio o facendo attenzione al bollo posto su una roccia si segue il sentiero n. 10 a sinistra (nel 2021 il bollo era scolorito).
La traccia di sentiero si perde, rare frecce gialle indicano la direzione da seguire (nord-nord-est). Superato un dosso anche le frecce vengono a mancare, pertanto tenere la direzione nord risalendo i prati fino a raggiungere nuovamente la sterrata. (Si vede bene il bellissimo Dente Meridionale di Vessona).
La si segue fino all’alpeggio di Champanement posto a 2327 m.
L’alpeggio si costeggia andando a destra.
Sopra l’alpeggio una croce domina il vallone, sul versante opposto si impone l’ardua Grivola bella.
Tra le diverse opzioni, zona di alpeggi con molte tracce, noi abbiamo seguito una stradina che termina dopo poco e poi un tratto di sentiero, o meglio camminamento di bestiame, che poi volge decisamente verso sinistra e continuando giunge a Plan Piscina dove si incontra il sentiero dell’Alta Via n. 1. Lo si imbocca a sinistra a quota 2600 m circa e si attraversa sotto la costa sud dei Denti di Vessona. (Foto con Plan Piscina e Denti di Vessona presa più in basso).
Dopo l’attraversamento di una zona franosa e di un paio di colli con perdita di quota e successiva risalita si passa vicino al Bivacco Rosaire e Clermont che è posto in una conca in prossimità di un laghetto.
Si prosegue ora in salita decisa per un tratto diretto e poi in diagonale verso sinistra con un paio di svolte.
Quindi si raggiunge il Colle di Vessona a 2794 m, un’ampia depressione tra il Dente Meridionale di Vessona e il Monte Faroma; dal colle si scende nella Comba di Vessona in Valpelline.
Il panorama si fa più ampio, bella apertura sul Monte Bianco.
Dal colle si va a sinistra per affrontare la larga gobba che risulta essere la base della cresta nord-est del Monte Faroma. Si individua una leggera traccia e si risale la sponda detritica, percorso non obbligato. Alcuni ometti, ben visibili da lontano, fungono da riferimento.
Parte alpinistica
Arrivati alla parte rocciosa ci si volge sul lato Saint-Barthélemy passando sotto cresta.
Le rocce sono di cattiva qualità: micascisti e gneiss alterati. Occorre fare molta attenzione agli ometti presenti che indicano la via più corretta e meno impegnativa. (Noi inizialmente siamo andati per cresta, ma le difficoltà lì aumentano e bisogna disarrampicare). Non sempre gli ometti sono facilmente visibili. I passaggi sono di primo grado, occorre controllare sempre che la roccia tenga. Bisogna inoltre tenere conto che la progressione è un saliscendi con tratti rocciosi, canalini scoscesi e cenge più o meno esposte.
Dopo l’anticima si attraversa un canale detritico e poi si risale. Poi si continua su rocce e si passa per un breve tratto sul versante opposto. Quindi si torna nel versante verso Saint-Barthélemy e si prosegue su una cengia esposta. Si risale quindi verso un vistoso ometto su uno spigolo.
In ultimo si affronta un canale abbastanza largo che si risale per roccette e terriccio tenendosi di lato, a destra, per giungere sulla cresta, nel nostro caso evitando anche un nevaio.
Si percorre il breve tratto verso sinistra e si giunge alla croce posizionata in uno spazio abbastanza ampio e panoramico dove si può comodamente sostare.
In cima
Come detto il panorama è molto ampio, dal Monte Bianco fino al Monte Rosa, spicca per la sua forma la lontana Dent Blanche.
Fa bella mostra a sinistra della Dent Blanche la Becca di Luseney.
In secondo piano cresta Punta Kurtz – Mont Brulé.
Ritorno
Per la via dell’andata o seguendo integralmente la strada poderale.
Noi abbiamo seguito la strada poderale, più comoda, senza fare il taglio dell’andata.
La difficoltà è F, con condizioni non ottimali può essere F+ per il tipo di roccia e per l’attenzione che richiede sotto cresta; noi abbiamo iniziato affrontando la cresta nella traccia allegata, più corretto il tracciato del ritorno.
Materiali: normale dotazione, avere il casco con sé per la parte finale è buona cosa!