Nel Massiccio degli Écrins una montagna di 3669 m, il Pic de la Grave, raggiungibile in giornata grazie alla cabinovia, la Téléphérique des Glaciers de la Meije. La prima ascensione risale al 14 luglio 1874 ad opera di W. A. B. Coolidge con Christian Almer et R. Kauffman.
Accesso
Da Cesana Torinese, si sale seguendo la SS 24 che conduce prima a Clavière, si oltrepassa il confine di Stato nei pressi del Monginevro e scende con la statale N94 a Briançon e dalla piazza centrale occorre svoltare a destra al primo bivio per imboccare la D1091, verso il Col de Lautaret e Col de Galibier. Si oltrepassano in sequenza i centri abitati di Saint Chaffrey, La Salle-les-Alps, Monêtier-les-Bains. Si continua in salita fino a raggiungere il Col du Lautaret. Poi si scende sulla sinistra lungo la D1091, superando il villaggio di Villar d’Arène per raggiungere infine La Grave. In paese a sinistra, scendendo, c’è un parcheggio nei pressi della partenza della cabinovia, Téléphérique des Glaciers de la Meije.
Itinerario
Per la via normale al Pic de la Grave dal Col des Ruillans per il versante nord, il dislivello è contenuto, arrivo a 3211 m. La prima corsa delle cabinovia da La Grave è alle 9, mentre l’ultima corsa in discesa dal Col des Ruillans è alle 16,45. Dall’edificio della cabinovia si esce sul piazzale e si prosegue su una pista che porta al ghiacciaio, dopo poco si scende brevemente e si incontra il ghiacciaio, da lì in poi calzati i ramponi si prosegue in cordata.
Quindi si segue la traccia sul Glacier de la Girose che si tiene inizialmente al centro del ghiacciaio, leggermente sulla destra di uno skilift, telesky de la Girose, facendo attenzione agli eventuali crepacci, successivamente portarsi verso sinistra, in direzione del Pic de la Grave. Si supera un avvallamento del ghiacciaio, volgendo decisamente a sinistra e poi a destra portandosi alla base del ripido versante nord.
Giunti a questo punto si supera un primo crepaccio terminale, a volte risulta coperto, e si sale a destra in vista del seracco, sotto il quale si trova il secondo crepaccio terminale; arrivati nei pressi del crepaccio si deve superare un breve muretto piuttosto ripido. Noi abbiamo trovato il muretto verticale ghiacciato che, sia pur breve, richiede attenzione nel superamento per il ghiaccio vivo, in particolare in discesa.
Si punta verso una paretina rocciosa che scende dall’anticima, per poi traversare in diagonale a sinistra sopra il seracco e nuovamente verso destra puntando alla selletta posta tra la cima, a sinistra, e l’anticima, a destra.
Poi rimane un bel pendio abbastanza ripido (pendenza dai 40° ai 45°), delicato se affiora ghiaccio vivo.
La cresta rocciosa a nord-est che conduce alla vetta, se è in buone condizioni, non presenta particolari difficoltà, comporta il superamento di facili passaggi di arrampicata (I e II) su blocchi e gradoni di roccia discreta, qualche tratto è un po’ aereo, mai difficile.
Ritorno
Per la discesa, il percorso è quello dell’andata; in condizioni di ghiaccio, sul pendio ripido utili viti da ghiaccio per scendere in sicurezza.
Se qualcuno volesse compiere la salita in due giorni, è possibile utilizzare il Rifugio Chancel, raggiungibile con 1 ora di cammino dalla fermata intermedia della cabinovia, Gare de Peyrou d’Amont, 2416 m, sempre aperto e gestito nel periodo estivo.
Materiali: imbrago, corda, ramponi, piccozza, casco e viti da ghiaccio.