“La Becca di Luseney, elegante piramide rocciosa e nevosa, è la montagna più nota e caratteristica di tutta questa costiera” (Gino Buscaini). Dal Bivacco Reboulaz nel Vallone di Saint-Barthélemy.
Accesso
Si percorre la statale 26 della Valle d’Aosta fino al paese di Nus. Alla rotonda si svolta a sinistra e si prosegue sulla strada regionale di Saint-Barthélemy. Si passa dalla frazione di Lignan e, lasciata sulla destra la chiesa, si prosegue per altri 4 km fino a Porliod. Si lascia l’auto al grande parcheggio, adiacente all’area da picnic, posto poco prima della frazione di Porliod.
Itinerario al Bivacco Reboulaz
Ci si incammina sulla strada asfaltata che presenta subito una breve discesa. Dopo la strada diventa sterrata e si percorre per un lungo tratto, prevalentemente pianeggiante, fino al Rifugio Magià. Lungo il percorso belle vedute delle cime circostanti, tra cui la Cima Bianca.
Si raggiunge il rifugio, posto a 2007 m.
Si prosegue e dopo alcune centinaia di metri si raggiungono gli alpeggi di Praterier (2060 m) e si abbandona la strada per il sentiero posto a destra del torrente, salendo, indicato con il n. 13. Il primo tratto è abbastanza pianeggiante, con qualche rado larice, poi si risale il tratto terminale del vallone, tra pascoli e pietraie.
Si supera una pietraia con detriti biancastri e si inizia la salita finale, si trascura un sentierino sulla destra, e si raggiungono i ruderi degli alpeggi di Les Crottes (2389 m).
Si prosegue svoltando a sinistra e si risale un poggio. Il sentiero segue le acque di deflusso del Lago di Luseney e, con una serie di tornanti, si superano i circa 200 metri di dislivello. Al termine della salita si attraversa un pianoro e si raggiunge il Bivacco Luca Reboulaz (2574 m) in ore 3,30.
E’ dedicato a Luca Reboulaz, nato nel 1961 e cresciuto a Lignan, villaggio posto a 1633 m di altitudine nel Vallone di Saint-Barthélemy, insieme a suo papà Mario e sua mamma Agostina. I genitori costruiscono e gestiscono l’albergo Cunéy. Fin da piccolo scopre l’amore per la montagna, lo sci di fondo e lo sci-alpinismo, passioni che condividerà in particolare con il suo amico Piero. Diventa maestro di sci di fondo nel 1983, si laurea all’Università degli studi di Torino in Scienze dell’Informazione nel 1986 e comincia a lavorare per l’Olivetti di Ivrea. Muore mentre sale sulle pendici della Becca di Luseney e ai piedi di questa montagna, che Luca amava tanto, la sua famiglia ha voluto lasciare un segno indelebile. Il bivacco viene inaugurato l’11 settembre 1993. Dispone di 24 posti letto, un piccolo “rifugio”!
Itinerario alla Becca di Luseney
Dal bivacco si parte e si lascia a sinistra il Lago di Luseney.
Si punta all’evidente e ripido pendio erboso e lo si risale. Al termine, lo stesso immette in un canalino roccioso, lo si risale e si perviene a un’ampia e lunga conca detritica.
Si prosegue nel centro della lunga e faticosa pietraia e per detriti si raggiunge la base del canalino che porta al Colle Luseney, posto a 3162 m.
In caso di poca o assenza di neve prestare la massima attenzione, il canale è scivoloso, terreno “marcio”, terriccio e neve. Ci sono delle vecchie corde poco affidabili (salita da noi fatta nel 2016). Utilizzare i ramponi e la piccozza.
Si va sul versante della Valpelline, con vista sul Grand Combin, si risale ciò che resta del ghiacciaio di Luseney obliquando verso destra, si attacca quindi la ripida parete nord (pietrame mobile).
Poco prima delle rocce terminali si esce sulla destra raggiungendo la cresta nord e per misto e detriti si raggiunge la cima sulla quale c’è una croce.
Una vetta panoramica
La salita è impegnativa, il panorama impagabile! Sguardo a 360°.
Con una breve carrellata di fotografie partiamo dalla Becca d’Oren a sinistra e dall’imponente Évêque.
Lontani si vedono i Dents des Bouquetins con davanti la Punta Kurz e il Mont Brulé.
In primo piano, davanti alla Dent Blanche, la sagoma inconfondibile della Tête di Valpelline quasi un gigantesco animale preistorico visto di lato.
La Becca di Guin e le Grandes Murailles e sulla destra una sorpresa…
il Cervino nella sua imponenza con sotto le Petite Murailles.

Petites Murailles e Cervino
In lontananza appare il Monte Rosa.
Ritorno
Seguendo l’itinerario della salita, prestare molta attenzione fino a dopo il canalino. Ritorno lungo.
Servono corda, piccozza, ramponi, cordini. Meglio avere il casco; difficoltà PD+