Posto sulla lunga cresta spartiacque fra la Val Grande, la più settentrionale delle tre di Lanzo, e la Valle dell’Orco il tondeggiante Monte Barrouard, salito da Rivotti. La cima domina la Comba del Dres in Valle dell’Orco, con l’omonimo lago, mentre si apre verso ovest sul Vallone della Gura.
Ci viene in aiuto per spiegare la morfologia del Vallone della Gura una bella descrizione di Marco Blatto: «Il vallone della Gura, inciso dal torrente omonimo, si delinea al cospetto del sottogruppo Gura – Martellot stretto tra i bacini di Sea e di Colombin. La morfologia del Pleistocene presenta anche qui eloquenti forme d’erosione e di deposito, con rocce montonate, gradini di valle e soglie. Il progressivo ritiro dell’apparato glaciale del Quaternario ha delineato un residuo glaciale che, progressivamente, si è distinto in tre circhi principali con la demolizione delle creste rocciose circostanti. Si hanno dunque oggi: un bacino “sud del Mulinet”, con un piccolo ghiacciaio che origina nella sua ablazione una piccola seraccata, un bacino “nord del Mulinet”, parzialmente ricoperto di detrito sul lato destro idrografico, un piccolo segmento glaciale a ridosso del versante orientale della Punta ».
Il Vallone prende il nome dalla bella Uja della Gura, 3364 m. L’itinerario è lungo e presenta discreto dislivello ed è meno evidente nel tratto vicino al Gias Giom (noi lì abbiamo sbagliato percorso!).
Accesso
Si percorre la Val Grande sulla SP33 fino a Pialpetta, è una frazione di Groscavallo, si supera l’abitato e dopo poche centinaia di metri si volta a destra, indicazione per Rivotti. Dopo alcune svolte ad un successivo bivio si volge a sinistra e si continua sulla stretta strada asfaltata e all’altezza della bianca e bella chiesa della Visitazione, posta in basso, si parcheggia a lato della strada.
Itinerario
Dalla palina segnaletica si segue la strada asfaltata che sale a destra, itinerario 321 GTA. (Questo tragitto è più lungo e più comodo del secondo che passa da case Giordano, al fondo di Rivotti, e poi prosegue su sentiero).
All’altezza di un tornante si imbocca a sinistra un sentiero (palina segnaletica), subito dopo la strada da asfaltata diventa sterrata.
Si supera una breve fascia boschiva e si risale un prato, al termine si rincontra la strada lasciata prima. Il panorama si allarga e si impone alla vista l’Uja di Ciamarella, la regina delle Valli di Lanzo, sulla costiera che sale dalla Punta Rossa di Sea e dal Ghicet di Sea.
Si lascia l’itinerario n. 321 GTA e si imbocca la strada andando a sinistra con breve discesa e passando vicino ad una costruzione. Dopo si continua per un lungo tratto su strada, all’inizio con leggera salita, percorso a mezzacosta. (Più avanti si incontra il sentiero che sale da case Giordano, n. 320).
Nel percorso su strada si oltrepassa prima il Rio Alpetto su un ponte in pietra poi si passa vicino agli alpeggi Le Moie, posti a valle, e su tornanti si continua in salita. Dopo la strada passa tra grossi massi e si supera la parte bassa della costiera rocciosa di Pra Longis raggiungendo il Vallone di Sagnasse,
e praticamente in piano si arriva all’Alpe Gias Crest. Dopo sulla destra si incontra una bella edicola dedicata alla Madonna e dopo poco, prima dell’Alpe Gias dei Signori, si lascia la strada sterrata e si sale a destra per sentiero (cartello indicatore).
Itinerario su sentiero
Si risale il pendio coperto da bassa vegetazione avendo come riferimento per la salita un grande masso diviso in due da una spaccatura,
e si passa a valle dello stesso ed in breve si arriva al Gias del Laghi, 2072 m.
In basso a destra si vede il Lago di Sagnasse Inferiore (2053 m). Dal retro delle baite che si trovano presso il lago inferiore avviarsi in direzione ovest, attraversando pascoli quasi in piano; il sentiero è difficilmente riconoscibile, sono presenti molte tracce fatte dalle mandrie che lì pascolano nel periodo estivo.
In leggera salita si continua e si raggiunge una costruzione, la più bassa e meridionale del Gias Giom, 2188 m.
Le costruzioni del Gias Giom sono posizionate in una leggera concavità del pendio sud-est che scende dal Monte Barrouard e sono poco visibili. Attenzione: non seguire il sentiero che piega a destra e va in direzione del Corno Bianco, 2883 m, ci si dirige a sinistra in direzione di una marcata cresta che scende verso sud dal Barrouard.
Si notano dei cippi sulla cresta sud del Monte Barrouard e raggiunta la cresta si segue a destra il sentiero che sale prima su magri prati
e poi su basse bastionate rocciose verso la sommità rocciosa del Barrouard.
In cima
Un’artistica croce individua la cima del Barrouard.
Amplissimo panorama, tra le cime si vedono distintamente la Croce Rossa e la Punta d’Arnas.
Più vicina la testata della Val Grande di Lanzo ricca di cime sopra i 3000 metri!
Si nota la bella cresta est della Fea alla Punta Girard, 3262 m, con a destra il Ghiacciaio della Levanna. La prima salita per la cresta fu fatta da Antonio Castagneri, la più famosa guida delle Valli di Lanzo, autore di ben quarantatre prime ascensioni, che accompagnò molti famosi alpinisti, tra cui Guido Rey.
Vicina alla Punta Girard c’è la Levanna Orientale, 3555 m, una imponente montagna a forma trapezoidale che è riconoscibile anche da lontano, si vede benissimo da Torino, anche per il suo isolamento rispetto alle montagne vicine. Dietro ad essa si scorge la Levannetta. La via normale si sale dal Rifugio Paolo Daviso che viene raggiunto da Forno Alpi Graie.
Sotto la cima, nella Valle dell’Orco, il Lago di Dres, 2087 m.
Si vede bene il Gran Paradiso con a destra Il Roc. Quest’ultimo, dato che la cima del Gran Paradiso è completamente in territorio valdostano, è l’unico 4000 piemontese.
Ritorno
Lungo l’itinerario di salita.
Un bel tramonto ci ha accompagnato alla fine della discesa.
Materiali: normale dotazione escursionistica.