L’anniversario della salita all’Uja di Ciamarella

Un duplice anniversario per la “Regina delle Valli di Lanzo”: l’Uja di Ciamarella.

Uja di Ciamarella

Il 31 luglio del 1857, 160 anni fa, un ingegnere del catasto e il suo assistente salivano per la prima volta i 3676 metri dell’Uja di Ciamarella, la “Regina delle Valli di Lanzo”. L’ingegner Antonio Tonini e il cannametrista Ambrosini, forse ignoravano d’aver inaugurato una florida stagione dell’alpinismo subalpino, suggellata anche dall’ascesa, nella stessa estate, di altre vette importanti come: la Croce Rossa, l’Uja di Bessanese, l’Uja di Mondrone e la Levanna orientale.

Queste ascensioni a carattere topografico non sono documentate da un preciso recit d’ascension, che caratterizzerà di lì a poco l’alpinismo “sportivo” e per “diletto” inaugurato dai britannici sulle Alpi.

Solo dieci anni dopo

il 10 agosto del 1867, la seconda salita dell’Uja di Ciamarella suggellerà ufficialmente la nascita dell’alpinismo su queste montagne. A favorire la fama di questo giorno, tanto da ricordarlo con un tale primato, sarà la totale gratuità del “fine” della salita, l’organizzazione logistica a guisa di piccola spedizione curata dal Conte Paolo Ballada di Saint Robert, il debutto del balmese Antonio Castagneri detto Toni dei Tuni come guida alpina e di G.B. Abbà e D. Aimo come guide-portatori, il lascito di una documentazione ufficiale e, non ultimo, la recente nascita del Club Alpino Italiano.

Da quel giorno, anche in quest’angolo delle Alpi Graie si era acquisita l’idea che salire le montagne era un gioco magnifico e visionario ancorché sportivo, e nei montanari aveva preso corpo la consapevolezza che attorno a quest’idea tutta borghese e cittadina, si sarebbe potuta costruire un’economia legata al turismo alberghiero e all’accompagnamento.

Uja di Ciamarella

Quest’anno si festeggia il 150° anniversario

di quella salita, di un giorno che, guarda caso, segna anche il 160° della prima vera ascensione dell’Uja di Ciamarella, seppur non alpinistica in senso stretto. In oltre un secolo e mezzo le Valli di Lanzo hanno visto avvicendarsi sulle montagne e sulle pareti i migliori protagonisti dell’alpinismo “torinese”, e questa frequentazione che è passata attraverso il periodo pionieristico, l’epoca della conquista delle pareti, il “Nuovo mattino” e l’inizio di un nuovo millennio, ha molte storie e primati poco conosciuti da raccontare. Oggi, a detta di qualcuno, gli spazi esplorativi su queste montagne sono esauriti. Tuttavia la storia dell’ultimo ventennio dimostra il contrario.

Le Valli di Lanzo

non saranno mai un terreno d’elezione dell’alpinismo “sportivo estremo” ma è indubbio che queste montagne rimangano un fantastico scenario per trovare ancora del nuovo in ottica “classica”, d’estate come d’inverno, e nel segno di una continuità con quella tradizione che non deve un motivo esclusivo di celebrazione, quanto uno stimolo per il futuro.

Uja di Ciamarella

Domenica 28 maggio dalle ore 15

presso lo storico Albergo Camusot di Balme, ne parleranno storici, protagonisti dell’alpinismo e guide alpine, mentre la mattina, dalle ore 9,30, il ritrovo è fissato sempre presso l’Albergo Camusot per arrampicare sulle “rocce della storia”.

(Programma su: www.mountainwilderness.it/balmexperience/uja-ciamarella-150-anni/)
Marco Blatto (Gism – GHM – MW – Alpine Club)

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Roberto Gardino

Sono un insegnante di Educazione Fisica, appassionato di montagna, sempre alla scoperta di nuove mete. Ho fondato, con amici, la Compagnia della Cima. Sono attento all'educazione dei giovani, andando spesso in montagna con gruppi numerosi.

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